Una giornata a Lugano

 In I miei Racconti

Una fruttuosa ed istruttiva giornata a Lugano 

Sabina è partita con destinazione Lugano, in Svizzera, per una giornata di lavoro. Il paradiso di villeggiatura del Lago di Lugano, chiamato anche Ceresio (Wikipedia). E’ ritenuto uno dei più belli ed ameni tra i laghi prealpini. Si sviluppa in gran parte in territorio svizzero, nel Canton Ticino, tra le province di Como e di Varese. Qui la lingua ufficiale è l’italiano, ma si parla perfettamente in tedesco, svizzero-tedesco, francese e naturalmente inglese. 

Sabina si trova proprio a suo agio,  

anche grazie al clima mite aprilino condizionato dal Mar Mediterraneo, dove si vedono crescere limoni, cedri, pini del Messico, canfori, eucalipti, azalee, palme e bambù. Nel periodo di fioritura si possono pure ammirare magnolie e camelie in tutto il loro splendore.  Attorno al lago, nutriti parchi invitano a compiere rilassanti passeggiate, come ad  esempio, nel Parco Scherrer a Morcote, il villaggio più bello della Svizzera, (Comune Morcote) che combina scultura e architettura di numerosi Paesi. 

E se una, come Sabina, è appassionata di letteratura non bisogna assolutamente perdere il Museo Hermann Hesse a Montagnola, dove lo scrittore (suo preferito) trascorse la metà della vita descrivendo mirabilmente il tema dell’amore. In Valsolda si rinnovano i richiami letterari diAntonio Fogazzaro, che qui ambientò il romanzoPiccolo mondo antico. Lugano  permette di scoprire anche  la storia e la cultura della Svizzera. Per esempio al Museo Svizzero delle Dogane a Gandria, (chiamato anche Museo dei contrabbandieri), viene mostrato come i corrieri portavano avanti i loro traffici in questa regione, un tempo poverissima gravandosi di grandi rischi. 

Sabina ora è a passeggio per il centro di Lugano, 

elegante salotto della città, accerchiato da antichi edifici e viuzze pedonali. Si cammina fra le vetrine scintillanti e le lussuose boutiques che attraggono la sua attenzione, e dei tanti ritrovi che invitano ad una breve e salutare sosta nella piazzetta ghermita da innumerevoli avventori. 

Dopo aver visitato la Chiesa di Sant’ Antonio Abate, vede lì accanto un bristrot signorile: Caffè Donati. Un bel locale dalle ampie e luminose vetrate, con interni semplici ma di sobria eleganza, la lavagna con elencato il menu dai gustosi sapori della cucina tipica italiana. 

Sabina ne approfitta ed entra per fare un brunch veloce, perché aveva un incontro importante di lavoro entro un’ora. Per di più aveva desiderio di assaporare un buon caffè e il nome italiano l’attrasse a varcare la soglia. Vuoi per riposarsi prima dell’evento programmato, come pure la curiosità di degustare la bevanda tipica italiana per antonomasia all’estero. 

All’ingresso viene accolta con calore da un cameriere con sorriso smagliante e viso simpatico. Lei ancor prima di ordinare da mangiare si lascia sprofondare sul divanetto, accavallando le lunghe e flessuose gambe con autoreggenti e balza nera, attirando così maggiormente l’attenzione del servente che non riusciva a nascondere la sua ammirazione. 

Entra subito così in confidenza con Pierpaolo, 

questo è il suo nome, e ordina da mangiare un’insalata mista con hamburger, annaffiata con un buon bicchiere di vino, a bacca rossa di Merlot, e si accorge che lui continua a fissarla. 

Termina il pranzo e le prende voglia del suo sapersi donare, senza inibizioni e tabù; chiama perciò il marito al cellulare e le chiede il permesso di farsi il cameriere. Domanda quindi a Pierpaolo dov’è ubicato il bagno e, volutamente lasciata aperta la porta, gli fa cenno di entrare. 

Lui se la trovò davanti: era bella da morire, gli occhi radiosi di chi ama la vita e quella bocca scolpita a forma di cuore; lei se lo mangiava con gli occhi mentre lui affascinato dalla bellezza di quel corpo tremante al suo tocco, si era reso conto di quanto gli fosse diventato rigido tra le gambe. 

Sabina che le era così vicino si era istantaneamente bagnata, lei femmina calda e passionale per cui le bastava così poco per avvertire le labbra intime della sua calda vulva fremere di voglia, facendola inzuppare di umore femminile. Lo spinse allora al lavandino, si chinò, gli tolse i pantaloni e gli slip sentendo la sua grossa verga indurirsi e ingrossarsi, ed accortamente lo strinse fra le mani. 

Lo baciò con quelle labbra carnose e sensuali, 

sempre truccate di un violetto intenso, mentre lui si deliziava della sua bocca morbida e corposa che prudentemente sfiorava il prepuzio, la parte più sensibile. Accrescendo così la sua brama mentre con la lingua andava a perlustrare l’orifizio uretrale sul glande rosato. Infine se lo mise in bocca e fu riempita da quel fallo possente e duro. 

Erano entrambi nelle mani della passione allo stato puro e travolgente dove, ogni tanto il piacere, il brivido o il sussulto la turbava e la eccitava ancora di più. Tutto si svolse in assoluto silenzio, seguitando nell’esplorazione famelica, infranto ogni tanto da alcuni sospiri, e da qualche parolina di lode bisbigliata per l’eccellente interpretazione di entrambi. 

Pierpaolo la prese allora per i capelli infilandoglielo tutto in bocca, 

che da quanto era grosso le riempiva la gola soffocandola, e glielo spingeva sempre più dentro. Sempre più a fondo, dentro e fuori, mentre Sabina lo leccava con totale delicatezza, tanto che alla fine lui raddrizzò la schiena e con un forte getto bollente e un gridolino ovattato la riempì di sperma. Costringendola ad ingoiare tutto, cosa che lei gustò di piacere adorando quel dolceamaro inconfondibile. 

Non attardando a divorare quell’ottimo pasto che le si presentò davanti, dopo essersene saziata prese il caffè, tanto agognato, e se ne andò salutando carinamente Pierpaolo e quell’accogliente bistrot sul Lago di Lugano. Rammentando la poesia di Hesse, tanto deliziosa quanto allusiva. 

 

SERA D’APRILE 

Azzurro e fior di pesco 

violetta e rosso vino, 

come fioriva e ardeva 

il fuoco vostro in me. 

Tardi tornata a casa 

alla finestra indugio, 

sento venire i sogni, 

il cuore trema in me. 

Colma d’ansia e di vita 

è l’anima tremante. 

A chi la posso dare? 

Amato, la dò a te. 

(Hermann Hesse) 

Un grande abbraccio, Sabina Agos