Malata di shopping sfrenato
Maggio. Sabina malata di shopping sfrenato si trova a Milano. Quadrilatero della Moda, il quartiere di Milano dello shopping di lusso, conosciuto in tutto il mondo, chiamato così perché delimitato da quattro prestigiose vie. La giornata è serena e soleggiata e le condizioni meteo molto favorevoli: 22 gradi.
Sabina, donna dotata in pari misura di ferina sensualità e di un gusto sobrio e deciso in tutto, anche nel vestire. E’ in città per lavoro e per effettuare compere di vario genere, segnatamente agli articoli di abbigliamento, sua meta preferita.
Sabina non sta più nella pelle dalla gioia, e non vede l’ora di girare per negozi, con quella frenesia e dipendenza prevalentemente femminile e quella compulsione che trascina quasi tutte le donne. Il 90% di loro all’acquisto, rendendo la donna malata di shopping sfrenato. Dapprima si ferma a prendere un aperitivo nella pasticceria “Cova” in Via Montenapoleone (Wikipedia) e, bella e raggiante come il sole.
Si avvia verso la boutique di “Pinko” per iniziare la sua prima spesa folle.
All’ingresso viene accolta da uno stuolo di commesse, tra l’altro assai belle ed invitanti e di alcuni addetti alle vendite, ma lei si dirige verso l’unico maschio di colore, quasi in disparte, che l’accoglie da un gran sorriso e un volto addolcito da un pelo quasi raso. Era entrata in cerca di un paio di leggings neri a righe che aveva visto in pubblicità. Avevano un orlo color rosso e bianco, ma erano talmente elasticizzati ed affusolati che le sue gambe ed il suo sedere sembravano essere quelli della Venere Callipigia. Tutti intorno si girarono per ammirarla con crescente emotività, maschi e femmine.
Sabina avvertì all’istante che lui era lì ad osservarla, pieno di desiderio e voglia.
Lei lo compiaceva facendo di tutto, nelle richieste e nelle movenze per attirare la sua attenzione. Si avvicinava a lui e lo sfiorava nei capelli e nella barba.
Avvenne nel camerino, appena lei si tolse il perizoma nero. Lui la fece sdraiare a pancia in giù sull’unico tavolino ad angolo e la penetrò con impeto nel di dietro, tanto contemplato, svuotando nelle sue viscere tutto il suo bollente umore che invase il suo pertugio umettato facendolo traboccare.
E via, il primo acquisto di un vestito rosa antico con perline era stato fatto.
Ora cercava altro… “Dolce e Gabbana”! Le era sempre piaciuto un vestito mini in raso di seta, arricciato marrone e lo trovò seduta stante, appena entrata in Via Manzoni. Era esposto in vetrina e faceva bella mostra di sé in quanto ultimo capo arrivato.
L’atelier era splendido e, ad eccezione della dirigente, unica donna impettita e bruttina con vesti discinte, molti uomini erano i soli commessi. Tra loro, uno con occhiali Lemtos tartarugato, stile Jhonny Deep, di una bellezza travolgente. Questo si avvicinò a Sabina inebriandola del suo profumo. Avrà avuto una quarantina d’anni con due occhi verdi magnetici e labbra carnose da sbaciucchiare. Il tempo occorrente per provare il vestito le servì pure per baciarlo in bocca ed aprirgli la cerniera dei pantaloni.
Fu tutt’uno. Il suo membro era fuori ed era turgido.
Lei lo prese tra le mani infilandoselo in bocca, e roteando con il capo avanti e indietro e roteando se lo spinse fino in gola. Lui esplose con un getto caldissimo e con un gemito di piacere, quasi sussurrato nella sua rovente bocca.
Sabina non stava più nella pelle dalla gioia, poiché malata di shopping sfrenato.
Aveva acquistato due capi sorprendenti, e nonostante fuori il tempo fosse divino e di un tepore caldo ed avvolgente, la cupidigia di continuare ancora a fare acquisti aveva preso il sopravvento, come il cibo, la sessualità, il gioco d’azzardo e lo shopping. Dipendenze il cui oggetto fisso è sempre il sesso, sfrenato come andar per negozi.
Ora eccola in via della Spiga, da “Miu Miu”
per una sottoveste bianca in lucente raso e un paio di slip di cui uno, in pizzo stretch bianco, l’altro in jersey nero. Entrambi favolosi.
Stava provandoli subito, tanta era la curiosità e la smania di indossarli quando ecco apparire d’un tratto un uomo prestante, alto, elegante con un volto tondo e paffuto, tratti fanciulleschi, nasino corto e un paio di baffi, come appena venuto fuori da un quadro di Renoir. S’infila nello spogliatoio e, complice la tenda camerino, tira giù i pantaloni. La spinge alla parete e dopo averle aperto le gambe, indugiando un attimo a contemplare la sua già umida natura, la penetra gradualmente colpo su colpo facendola giungere all’estasi con un piacere quasi inaudito e singolare.
Evviva! Ora mi resta solo da acquistare un paio di stivaletti
e devo cercare, senza meno, un bel negozio qui, in Corso Venezia, Ma dove? Accendo il cellulare e lo vedo lì per lì… “Nero Giardini”.
Trovato! L’ambiente era minimalista e tutte le scarpe in ordine sinottico, a tal punto che gli stivaletti a punta neri con tacchi alti e plateau mi balzarono istantaneamente agli occhi. Fiabeschi e mitici. Li volli provare immediatamente. Cercai una poltrona per sedermi, anche per via della stanchezza per il troppo girovagare, quando una ragazza mi si avvicinò per aiutarmi a calzarli.
Ma intervenne prontamente lo Store Manager ad accogliermi chiedendomi maggiori delucidazioni sull’acquisto. Si sedette dinanzi a me ed io, avvalendomi del fatto che non avevo nulla sotto, allargai le gambe. Lui lasciò scivolare le mani sulle cosce, successivamente sentii le sue dita che si infilavano dentro la mia fessura calda e stuzzicata. Si chinò e cominciò a baciarmela, dapprima con le labbra, e poi con la lingua penetrando e allargandomela sempre di più, arrivando ad avvertire il suo olezzo intimo, un misto agrodolce. La sua bocca s’immise nelle pieghe più celate delle grandi labbra, dischiudendo la vagina che vibrava di voglia e strinse le labbra per succhiare il suo piacere. Sabina emise un delicato e piacevole gridolino, provando un immenso piacere.
Fare shopping nel famoso Quadrilatero d’Oro
per Sabina è stata una bella pagina di grande svago e smisurata gratificazione, alleviato dai tanti istanti rilassanti e condivisi allegramente, lasciandole un gran bel ricordo di Milano, tutt’altro che coperto e caliginoso, come canonicamente viene descritto.
Un grande abbraccio, Sabina Agos.